Additivi autoestinguenti: cosa sono e perché contano davvero

29 Aprile 2025

Additivi autoestinguenti: cosa sono e perché contano davvero

Dai composti alogenati ai sistemi intumescenti, una panoramica sugli ingredienti che rendono sicuri i polimeri, tra prestazioni, normative e sostenibilità.

Perché l’autoestinguenza è cruciale nei materiali plastici?
I materiali polimerici, se esposti a una fonte di calore intensa, possono innescare e alimentare una combustione autonoma, rilasciando una grande quantità di energia termica. Questo processo non solo sostiene la fiamma, ma facilita anche la propagazione dell’incendio verso i materiali adiacenti.

Per contrastare questa dinamica, si utilizzano additivi autoestinguenti ovvero sostanze in grado di modificare il comportamento del polimero durante la combustione. Il loro scopo è interrompere il processo di termossidazione attraverso meccanismi chimici o fisici che bloccano la reazione o impediscono il contatto fra ossigeno e polimero fuso.
 

Tipologie di additivi autoestinguenti: come funzionano

I polimeri intrinsecamente resistenti alla fiamma sono rari.

PEEK e PPS, ad esempio, hanno una natura chimica che ne limita l’infiammabilità. Tuttavia, la maggior parte dei polimeri richiede l’aggiunta di additivi specifici per affrontare e superare le prove previste dalle normative di settore, per esempio la UL94 o il test di contatto con il filo incandescente imposto nel mondo dell’elettrodomestico.

Tra le soluzioni più comuni, vi sono:

  • Additivi alogenati, come i composti a base di bromo. Questi rilasciano radicali liberi che bloccano le reazioni di ossidazione all’interno della fiamma. Sono molto efficaci, ma soggetti a restrizioni per motivi ambientali e sanitari.
  • Additivi a barriera fisica, come il fosforo rosso, che genera uno strato carbonioso isolante, oppure i sistemi intumescenti, che formano una schiuma solida espansa in grado di proteggere il materiale sottostante dal calore.
  • Sinergici, che potenziano l’efficacia dell’additivo principale. Ne sono esempi gli ossidi metallici, i composti azotati e altri co-additivi. Tuttavia, anche questi componenti possono essere oggetto di valutazioni critiche da parte delle normative internazionali per ragioni ambientali e di sicurezza.

 

Verso soluzioni più sostenibili: additivi senza alogeni e senza fosforo rosso

La crescente attenzione verso l’impatto ambientale e la salute umana sta spingendo l’industria verso formulazioni più sicure, in linea con regolamenti come REACH e RoHS.
Le soluzioni senza alogeni (HFFR) e senza fosforo rosso si stanno diffondendo rapidamente, offrendo una valida protezione contro il rischio d’incendio ma con un minore impatto ecotossicologico. Tuttavia, queste alternative possono presentare alcune limitazioni prestazionali, come:

  • minore stabilità termica
  • compromissione delle proprietà meccaniche
  • compatibilità ridotta con alcuni tecnopolimeri

 

Conclusioni: scegliere consapevolmente l’additivo giusto

La scelta dell’additivo autoestinguente non può prescindere da una visione strategica. Serve un compromesso tra prestazioni ignifughe, integrazione con la matrice polimerica, conformità alle normative e responsabilità ambientale.

In un mercato sempre più attento alla sicurezza e all’ambiente, puntare su soluzioni additive innovative, efficienti e sostenibili rappresenta un vantaggio competitivo decisivo.

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