La distanza che separa i tecnopolimeri dai metalli va riducendosi man mano che crescono le esigenze di chi è spinto dalle esigenze di mercato verso materiali alternativi.
Il caso di EFFEGI Brevetti è un esempio di come la volontà di introdurre innovazione in un settore tradizionalmente legato al metallo possa trovare successo mediante l'introduzione di materiali e soluzioni corrette.
Il progetto consiste in una cerniera dedicata a sollevare le ante basculanti dei pensili destinati a cucine domestiche di alto livello: un concetto semplice che presenta quello che, pur svolgendo un compito ben comprensibile, è in realtà un progetto raffinato giunto a compimento sulla scorta di diversi studi e brevetti.
Il sistema è composto di diverse parti:
Il target fissato in EFFEGI è stato quello di eliminare la zamak dal particolare sistema di chiusura multicomponente per una ragione di costi e di peso introducendo massime prestazioni meccaniche ed eccellente estetica: due esigenze tassative che purtroppo difficilmente sono disponibili contemporaneamente a causa dei noti problemi di affioramento superficiale delle fibre di rinforzo che compromette l'aspetto dei pezzi stampati.
La soluzione è stata trovata nel prodotto LATIGLOSS, una particolare formulazione che offre:
Il prodotto Latigloss 66 è inoltre basato su poliammide 66, quindi le condizioni di trasformazione sono ben più gestibili rispetto alle poliammidi aromatiche, non richiedendo presse equipaggiate per generare alte temperature negli stampi o nel cilindro di plastificazione. Anche questo aspetto, come gli stampatori sanno bene, contribuisce in modo sensibile alla gestione del costo finale del prodotto.
Verifiche FEM eseguite sulla geometria hanno portato ad ottimizzare la struttura del sono state allora aggiunte delle nervature opportunamente posizionate e dimensionate, rivedendo anche gli spessori di alcune pareti al fine di sfruttare appieno la resa meccanica delle fibre favorendo l'orientamento del rinforzo lungo le direzioni utili .
E' stato eseguito anche uno screening completo del processo di stampaggio ed i risultati dell'analisi fluidodinamica hanno evidenziato come la processabilità del compound strutturale ad alta estetica LATIGLOSS sia in definitiva riconducibile a quella di un ordinario PA66 rinforzato con fibra vetro al 50 o 60%.
Le temperature di stampo (80°C) e del fuso (280°C), le pressioni necessarie al riempimento e la viscosità del fuso sono infatti lontane dalle ben più impegnative condizioni di processo tipiche delle poliammidi aromatiche.
Una volta verificata la validità della sostituzione del metallo con il LATIGLOSS, l'idea è stata rapidamente esportata anche ad altre parti dello stesso cinematismo sino ad arrivare ad una conversione quasi completa del progetto in favore del materiale polimerico.
L'ottima estetica del prodotto plastico ha permesso inoltre di esportare l'intero manufatto anche su impianti a vista, destinati ad un consumo di alto livello, senza timore di scadere a livello di immagine o di appeal tecnico.