I materiali per stampa 3D con tecnologia FFF stanno rapidamente evolvendo e diventano prodotti funzionali, studiati per conferire ai manufatti stampati proprietà tecniche specifiche.
LATI3Dlab è il laboratorio LATI che si occupa di tradurre in materiali per additive manufacturing – denominati “AM” – oltre settanta anni di esperienza nel mondo dei tecnopolimeri tecnici. In pochi anni sono stati così messe a punto proposte strutturali rinforzate con fibra di vetro e carbonio, autoestinguenti, autolubrificanti, rilevabili al metal detector, elettricamente e termicamente conduttive e radioschermanti. Nel portafoglio prodotti del LATI3Dlab, oggi sono presenti circa trenta compound AM sviluppati non solo a partire dalle resine tradizionali del settore come PLA, PETg o ABS, ma anche PP, PA, sulfonati e, recentemente, anche PEEK e PPS modificati.
Finnotech Sp. z o.o. , azienda polacca specializzata nella produzione di filamenti speciali per stampa 3D, ha scelto proprio il LATAMID 12 AM H2 K/05 per la realizzazione di parti strutturali ad alte prestazioni meccaniche.
Il grado selezionato si basa su una formulazione poliammidica stabilizzata al calore, studiata per limitare al massimo l’assorbimento di umidità e garantire una ottimale processabilità sia in fase di estrusione del filamento che in deposizione di stampa. La tipologia e percentuale di fibra di carbonio lunga in essa contenuta è stata ingegnerizzata per consentire, nel contempo, ottime proprietà meccaniche e massima resilienza.
Ed è proprio per le sue peculiarità tecniche che Finnotech Sp. z o.o. ha testato e selezionato il LATAMID 12 AM H2 K/05 per realizzare, mediante tecnica FFF, i supporti di un motore installato in un nuovo modello di skateboard elettrico.
I requisiti di progetto imponevano resistenza meccanica innanzitutto, ma anche la capacità di ripartire la sollecitazione imposta dal motore elettrico alla trasmissione a cinghia grazie alla maggiore collaborazione di tutta la struttura. Nel caso di un materiale eccessivamente rigido le reazioni vincolari si sarebbero infatti potute concentrare in una regione limitata del supporto, portando al cedimento dei vincoli di aggancio del propulsore al telaio metallico.
Grazie a una scelta puntuale delle opportune percentuali di infill e orientamento di deposizione, le prestazioni del particolare stampato sono risultate ampiamente sufficienti a sostenere sia gli sforzi meccanici imposti dal motore, sia il peso dell’assieme, senza dar luogo a deformazioni o cedimenti a creep.