Abbassare il coefficiente d'attrito e incrementare quanto possibile la resistenza all'usura: ecco gli obiettivi imposti a Saroplast per la sostituzione del metallo sinterizzato da un'applicazione molto critica appartenente al settore dell'automazione industriale.
Il manufatto in questione è parte integrante del sistema di chele che permette la presa ai robot antropomorfi adibiti alla manipolazione di oggetti.
L'elevatissimo numero di operazioni compiute dal robot nell'unità di tempo costituisce infatti una sollecitazione che nel tradizionale dispositivo metallico si traduce in un'evidente e repentina erosione dei piani di contatto della chela.
La chela è stata quindi completamente reingegnerizzata introducendo un tecnopolimero autolubrificante, il LATILUB 66-10T Y/15, al posto delle polveri sinterizzate.
Realizzato su PA66, il compound in questione offre non solo un bassissimo coefficiente d'attrito grazie al 10% di PTFE contenuto nella sua formula, ma assicura anche la straordinaria resistenza all'usura tipica delle fibre arammidiche, ivi contenute nella misura del 15%.
Sia nel contatto con il metallo che con altri materiali sintetici, i compound LATI caricati con PTFE e fibre arammidiche si confermano come i migliori candidati per la risoluzione di tutti i problemi di usura dovuti sia a fenomeni di adesione, come fra plastiche, che a casi di abrasione, come invece accade più spesso nel contatto con metalli, con compositi o compound rinforzati.
L'adozione del LATILUB 66-10T Y/15 non ha inoltre rappresentato un compromesso né per quanto riguarda le prestazioni meccaniche, né per la stabilità dimensionale.
Le chele in plastica sono infatti precise e resistenti come quelle in metallo, oltre ad essere più silenziose e complessivamente più economiche.
Per quanto riguarda poi la longevità della soluzione in compound autolubrificante, basti dire che l'intervallo di manutenzione del manipolatore è passato da quattro settimane a....mai!
LATI offre una vasta gamma di compound autolubrificanti per lo stampaggio a iniezione, concepiti per gli impieghi e le sollecitazioni più varie.
La medesima soluzione con PTFE e fibre aramidiche è formulata anche su altre resine, dal PPS al POM, dalla PPA al PEEK, per far rispondere ai requisiti più esigenti imposti dal mercato e dalle esigenze di progetto.