L’industria delle materie plastiche sta accelerando la transizione verso compound autolubrificanti senza PTFE, spinta sia da nuove normative ambientali che dalla necessità di migliorare le performance tribologiche senza ricorrere a polimeri fluorurati. Le moderne formulazioni offrono ridotto impatto ambientale, elevata sicurezza per l’operatore e prestazioni meccaniche di alto livello, anche nelle condizioni più critiche.
Alternative sostenibili: UHMWPE e solfuri metallici
Tradizionalmente, il PTFE è stato il polimero di riferimento per la riduzione dell’attrito e dell’usura nei materiali tecnoplastici. Tuttavia, il suo utilizzo è sempre più limitato a causa delle problematiche legate allo smaltimento, alla presenza di alogeni e ai rischi per salute e ambiente.
Le nuove generazioni di compound autolubrificanti sfruttano additivi come:
- UHMWPE (polietilene ad altissimo peso molecolare): una poliolefina tecnica con basso coefficiente d’attrito, ottima resistenza all’usura e compatibilità con diverse matrici (PA6, PA66, PA12, PBT, PPS, poliestere e resine amorfe).
- Solfuri metallici ceramici: impiegati nelle formulazioni LU2, permettono di ridurre attrito e usura senza aggiunta di PTFE, silicone o carbonio, offrendo maggiore affidabilità e nessuna emissione di particolati pericolosi.
Compatibilità e applicazioni
Le nuove soluzioni senza PTFE possono essere utilizzate per la produzione di componenti in:
- Ingranaggi e cuscinetti
- Dispositivi per il settore elettrico
- Componenti per automotive
- Stampa 3D (FDM)
Compound autolubrificante per stampa 3D
Il dipartimento LATI3Dlab ha sviluppato compound per stampa 3D FDM adatti a impieghi avanzati. Sono disponibili filamenti autolubrificanti su base PLA, ABS, PA, PC e PETG, caricati con additivi a basso attrito come fibra aramidica e, solo in alcune versioni, PTFE.
| Base polimerica | Additivi lubrificanti | PTFE free | Applicazione |
| PA, PBT, PPS, PLA | UHMWPE, solfuri metallici | ✔️ | Cuscinetti, ingranaggi, parti funzionali |
| PC, PETG | Solfuri metallici, fibra aramidica | ✔️ | Stampa 3D FDM |
Vantaggi dei compound autolubrificanti senza PTFE
| Caratteristica | Soluzioni senza PTFE | Soluzioni con PTFE |
| Eco-compatibilità | ✔️ | ✖️ |
| Conformità RoHS/REACH | ✔️ | Spesso limitata |
| Facilità smaltimento | ✔️ | Problematico |
| Sicurezza salute/ambiente | ✔️ | Possibili rischi |
| Performance tribologiche | Elevate | Molto elevate |
| Idoneità applicazioni elettriche | Ottima | Limitata (migrazione particolati) |
Come scegliere il compound autolubrificante giusto
Scegliere un compound autolubrificante senza PTFE significa privilegiare:
- Sostenibilità ambientale (assenza di alogeni e fluoropolimeri)
- Resistenza all’usura anche in assenza di lubrificanti esterni
- Compatibilità con i processi di stampaggio e stampa 3D
- Affidabilità nelle applicazioni elettriche ed elettroniche (assenza di migrazioni di particolato conduttivo)
FAQ: Compound autolubrificante senza PTFE
1. Quali sono i vantaggi di un compound autolubrificante senza PTFE?
Riduce l’impatto ambientale, evita la presenza di sostanze alogenate e offre buone prestazioni tribologiche e usura.
2. Quali additivi sostituiscono il PTFE?
UHMWPE, solfuri metallici ceramici e altre cariche tecniche eco-friendly.
3. Dove sono utilizzati questi materiali?
Componenti per automotive, ingranaggi, cuscinetti, parti per dispositivi elettrici ed elettronici, stampa 3D.
Conclusione
Le nuove soluzioni di compound autolubrificanti senza PTFE rappresentano un passo avanti per chi cerca efficienza tribologica, sicurezza e rispetto delle normative ambientali.
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